Avviso di garanzia per Siotto e Savorelli

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San Marino. Giornalesm.com pubblica stamane la notizia di un avviso di garanzia per l’ex dg di Banca Centrale Lorenzo Savorelli (quello del dito medio, per chi non ricordasse, e che voleva fare lo sceriffo del Titano); Filippo Siotto ex membro del coordinamento di vigilanza, sempre di Banca Centrale; e il legale rappresentante di Banca Cis.  L’inchiesta penale è relativa alla questione titoli, procedimento “Junk Bond” (titoli spazzatura) venduti a Banca Centrale. L’estensore dell’articolo specifica che la notizia fosse in circolazione ormai da tempo, ma che solo in queste ore se ne sia avuta conferma. L’articolista afferma anche che negli ultimi giorni il Commissario della Legge Simon Luca Morsiani, sempre per il procedimento “Junk Bond” (titoli spazzatura) venduti a Banca Centrale, dovrebbe avere inviato alcune richieste di informazioni finanziarie, che dicono siano devastanti per il loro contenuto, sia a Banca Centrale che ad altri istituti bancari sammarinesi.

È chiaro che un avviso di garanzia non è una sentenza, ma questa notizia squarcia il velo di omertà che ha sempre circondato la questione titoli. La quale, come si ricorderà, era stata sollevata a fine agosto da Rete e MD con un’interpellanza che non ha mai avuto risposta. Da quel momento è stato tutto un precipitare di eventi: il licenziamento di Savorelli, le dimissioni a raffica in Banca Centrale e nel cda di Cassa di Risparmio (tutti i dimissionari sono legati tra loro dal rapporto con Confuorti), le dimissioni di Grais e poi quelle del nuovo dg Raffaele Capuano, che rimane in carica solo un mese. Si aggiunge l’esposto dell’ex direttore di Carisp Luca Simoni per sospetto di insider trading tra alcuni membri del cda di Banca Centrale, del cda di Carisp e Francesco Confuorti. Sempre in questo periodo ci sono le perquisizioni in casa di Savorelli, in Banca Centrale e in Banca Cis; l’esposto del Congresso di Stato nei confronti delle azioni del tribunale. Dietro a tutto ciò, scoppia la questione politica, con le dimissioni dei membri di opposizione in commissione giustizia, il documento dei 25 membri di opposizione, l’accusa di colpo di Stato, le pressioni sul tribunale, il Consiglio Giudiziario Plenario che sfiducia il dirigente del tribunale Valeria Pierfelici, la citazione ad Elena Tonnini da un tribunale del Lussemburgo. Apparentemente sembrano fatti scollegati tra loro, ma non è escluso che siano legati da un invisibile filo rosso, che porta inequivocabilmente ai Junk Bond.

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