Marco Nicolini: Gatti ha agito secondo le norme del Consiglio d’Europa

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San Marino. Intervengo brevemente, in qualità di membro della Delegazione Sammarinese al Consiglio d’Europa, sulla recente querelle che ha investito il consigliere Marco Gatti. La Delegazione è costituita da quattro membri, due di maggioranza e due d’opposizione, ma ognuno di noi appartiene a un diverso gruppo politico all’interno dell’Assemblea Parlamentare. In tal senso, vi è una certa emancipazione del singolo Consigliere dalla Delegazione nazionale cui, comunque, egli rimane obbligato per l’essere in rappresentanza del proprio Parlamento.

Avevo da Gatti avuto informazioni sommarie circa il voler mettere a conoscenza il Partito Popolare Europeo di aspetti riguardanti il nostro sistema giudiziario, come lui le aveva avute da me a proposito del mio lavoro, con la Sinistra Unita Europea, per difendere un parlamentare sammarinese dallo sconcertante procedimento di un Tribunale lussemburghese. Per il resto, abbiamo agito in totale indipendenza, quindi non sono a conoscenza dei termini esatti della sua azione.

Scorrendo il Code of Conduct for Members of the Parliamentary Assembly, il Codice di Condotta del Parlamentare del CoE, non ravviso alcun obbligo cui Marco Gatti non abbia ottemperato. Diverso si presenterebbe il caso se Gatti avesse messo in seria difficoltà il proprio Paese con notizie ed incartamenti non corrispondenti alla realtà, cosa di cui dovrebbe rendere conto al Consiglio Grande e Generale e, in primis, all’elettore; mancando per ora gli elementi, nello specifico la lettera e gli allegati spediti a Strasburgo, si è ancora lungi dal poter suffragare una tale tesi.

Nella propria lettera datata 14 giugno u.s., il Presidente dell’Assemblea, Michele Nicoletti, non aggiunge nulla di particolarmente rilevante a quella che pare una normale e doverosa risposta ad un Parlamentare che l’abbia interpellato. Egli dice che la comunicazione ricevuta da Marco Gatti verrà tenuta in considerazione durante l’espletamento dei periodici controlli. Il Presidente non si fa quindi carico di controlli eccezionali o di aumentata entità. Sostengo la necessità di mantenere la calma e di non esacerbare i temi, quantomeno a questo stadio delle cose, rimanendo in un serio contesto di logica politica; fermo restando che il Paese viene prima di tutto. Molto prima di noi.

Marco Nicolini

 

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