Il pdl sulle unioni civili passa in commissione interni

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San Marino. Il progetto di legge di iniziativa popolare sulle unioni civili supera, in nottata l’esame della Commissione Interni. Il tabellone registra 12 voti favorevoli e due contrari. Soddisfazione a metà per il Comitato promotore che ha presenziato alla discussione dalla tribunetta per via di due emendamenti della maggioranza sull’articolo 8 comma 2 e sull’articolo 10 bis che, a parere dei firmatari “snaturano non poco la norma.”

La seduta si era aperta ieri pomeriggio al comma Comunicazioni con le parole di cordoglio espresse in primis dal Presidente Mimma Zavoli per la scomparsa del Prof. Ferroni, Magistrato Dirigente del Tribunale Unico, cui segue un minuto di silenzio della Commissione.

Si è proceduti quindi poi con il dibattito sul provvedimento sulle unioni civili che, come spiega la relazione del Comitato presentatore, “intende introdurre nell’ordinamento sammarinese norme che riconoscano le unioni civili, sia eterosessuali che omosessuali, come forma di consolidamento sociale e di istituzione di reciproci diritti e doveri”. È  bipartisan il sostegno al riconoscimento delle unioni civili e alla proposta dei cittadini, anche se restano forti le perplessità del Pdcs che ha subito annunciato emendamenti per “calibrare un atto normativo nel rispetto di tutte le sensibilità”.

“Quello che facciamo oggi è sicuramente aprire una porta – ha spiegato Marica Montemaggi, C10 – poter dare dignità a tutte le persone che hanno dovuto aggirare delle norme e che non hanno visto riconosciuti una serie di diritti fondamentali. Il passo che ci accingiamo a fare può davvero rappresentare un punto di partenza importante”. “Oggi regolamentiamo un’area oscura e le dedichiamo uno spazio tutto suo senza analogie ed interpretazioni estensive – ha annunciato Margherita Amici, Rf – è uno spazio dedicato all’interno del nostro ordinamento e di tutto rispetto. Dà la possibilità di smettere di celare, quindi di dichiarare una unione tra persone dello stesso sesso e anche tra persone del medesimo sesso”.  Denise Bronzetti, Ps, ha sottolineato come con questo Pdl: “In realtà non sono i cittadini che si avvicinano alle istituzioni, sono i cittadini che superano in questo caso, aihmè, ancora una volta la politica”. Marianna Bucci, Rete, ha espresso la sua soddisfazione per un Pdl che attende “da 15 anni” e la cui approvazione rappresenterà un “momento storico”. Ma ha sottolineato anche come il percorso sia solo all’inizio: “Ora manca un tassello importante, che ci porterà a riconoscere anche le persone delle stesso sesso come titolari di diritti e doveri e il matrimonio aperto a tutti, senza discriminazioni”.  Vanessa D’ambrosio, Ssd, ha risposto all’osservazione: “Ci sono parti che possono essere migliorate? Bene, ma ora che siamo al punto zero, è comunque un passo in avanti”. Critica invece Mariella Mularoni, Pdcs: “Lo Stato deve garantire i diritti ma non deve assimilare le unioni civili a matrimonio e famiglia, questa legge dà via a una sorta di matrimonio parallelo”. Gian Carlo Capicchioni, Psd, ha espresso dubbi in particolare sull’emendamento della maggioranza che cambia la definizione di unione civile in unione registrata: “Qui abbiamo parlato tutti quanti di unioni civili – ha osservato – non di unioni registrate di cui non capisco il senso, ce lo spiegherete questo termine”. Infine, è intervenuto anche il Segretario di Stato Guerrino Zanotti, a nome del governo, anche se non ne è promotore diretto: “Questo per noi è un momento importante. Il Pdl non toglie niente a nessuno, fa in modo che tutti ci sentiamo parte della stessa comunità con più diritti”.

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