Opposizioni dalla Reggenza, sotto accusa “il silenzio di Renzi”

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San Marino. Opposizioni al completo dalla Reggenza. Davanti ai Capi di Stato hanno stigmatizzato quanto emerso in Commissione Finanze dall’intervento del segretario dimissionario alle Finanze, Celli: “Un attacco senza precedenti – ha detto Alessandro Mancini, PS, a nome di tutte le opposizioni – alla magistratura e a Banca Centrale. Un fatto mai accaduto nella storia della Repubblica”.

Ancora, davanti alla Reggenza le minoranze hanno espresso preoccupazione per quella che definiscono “l’assenza del segretario alla Giustizia, che non ha preso parola in difesa del tribunale, né in commissione, né il giorno successivo. Non una parola di distacco dalle parole di Celli, né di difesa del terzo potere dello Stato”. Evidenziano l’urgenza di affrontare questi temi in aula. Ai Capi di Stato la richiesta di anticipare quanto possibile la convocazione del Consiglio Grande Generale: “Il paese è in un momento difficile – dice ancora Mancini – Non possiamo pensare di stare senza un Segretario alle Finanze, ma soprattutto fatti come quelli messi in evidenza da Celli in seduta pubblica vanno chiariti in Aula”.

Pronta la replica del segretario Nicola Renzi che interviene sulla Tivù di Stato per stigmatizzare quello che hanno definito “il silenzio di Renzi”.
“Sono sbigottito e incredulo rispetto a questa critica” dice Renzi  ricordando come già ieri durante la conferenza stampa del Congresso di Stato si fosse espresso chiaramente in merito. E torna così a dire: “Il lavoro del Tribunale si rispetta sempre. Ogni magistrato del nostro Tribunale deve poter svolgere il proprio lavoro in assoluta autonomia, indipendenza e serenità. Quello che preoccupa, semmai, sono le strumentalizzazioni fatte da altri del lavoro della magistratura. Strumentalizzazioni che, peraltro, rischiano seriamente di minare le indagini in corso. Ne abbiamo già avuto prova evidente – prosegue – nella richiesta di una commissione di inchiesta politica su fatti che in questa fase la magistratura sta indagando, con il rischio di inquinarne il lavoro. Stupisce ancora di più che qualcuno possa pensare che nei confronti dei magistrati in generale si possano creare tifoserie, che arrivano fino al punto di sostenere che l’azione di questo o quel magistrato sia buona, salvo poi affermare con candore che alcuni magistrati del nostro Tribunale – la maggioranza, a detta di qualcuno – siano arrivati a compiere un colpo di stato. Da tutto questo, io e il Governo prendiamo decisamente le distanze, invitando tutti a fare lo stesso e a riconfermare, insieme, indipendenza e autorevolezza del Tribunale e della magistratura”.

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