Consiglio: Marianna Bucci sul (fallito) progetto di fusione BSM – Carisp

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San Marino. Intervento di Marianna Bucci (Rete) durante il comma comunicazioni della seduta odierna del Consiglio Grande e Generale.

Preannuncio fin da subito che al termine del mio intervento leggerò un ordine del giorno affinché venga revocato l’incarico di presidente di Cassa di Risparmio all’avv Fabio Zanotti.

La goccia che ha fatto traboccare un vaso già colmo risiede nella gestione discutibile, malsana, del percorso di fusione tra Cassa di Risparmio e Banca di San Marino. Ed è sul modus operandi che ha caratterizzato questi passaggi che si concentra l’ordine del giorno.

Per quanto mi riguarda, non è la prima volta che in Consiglio chiedo la rimozione dell’avv. Zanotti dall’incarico di Presidente di Cassa di Risparmio. A fine febbraio 2018 infatti proprio nel mio intervento in comma comunicazioni avevo sottolineato che fosse urgente rimuoverlo per aver omesso, a mio avviso deliberatamente, che fosse in corso un’asta per la vendita degli npl mentre in Consiglio la maggioranza e il governo indicavano l’opportunità di una gestione interna. Zanotti si era degnato di darne informazione ai membri del Consiglio Grande e Generale a soli due, tre giorni dal termine dell’asta, nel contesto di una riunione convocata per altri motivi. Ricordo come quella rivelazione fece balzare sulla sedia molti Consiglieri, inclusi quello di maggioranza e qualche Segretario di Stato. In Aula i Consiglieri di maggioranza e il governo hanno parlato per un anno di gestione interna, per tutto il 2017, l’asta non è mai stata menzionata né dall ex Segretario alle finanze, né dal Congresso, né dalla maggioranza. Si votavano ordini del giorno per definire “un piano operativo teso alla gestione efficiente dei crediti deteriorati, che garantisse meccanismi di recupero dilazionati nel tempo (odg dicembre 2017)” oppure l’odg “per il rafforzamento di Cassa di Risparmio, votato all’unanimità, in cui si impegnava nella riqualificazione del personale del settore bancario, attraverso iniziative di formazione per la gestione interna dei crediti deteriorati (odg del febbraio 2018)”

Non informando il Consiglio Grande e Generale l’esistenza di un’asta per la cessione degli npl di Delta, Zanotti ha fatto sì che il Consiglio Grande e Generale si esprimesse sulla base di presupposti inesistenti, pensasse di avere la piena disponibilità di valutare la strada migliore per quegli npl. Ma non era vero, la strada era segnata e non è stata tracciata in quest’Aula.

A questo si aggiunge poi, come ho spiegato all’inizio, il percorso sulla fusione bancaria tra Cassa di Risparmio e Banca di San Marino. Voglio sgomberare il campo da ogni tipo di illazione: la nostra coalizione si è sempre detta favorevole a progetti di aggregazione tra istituti bancari perché il nostro sistema è senza dubbio sovradimensionato e l’attività tipica portata avanti dalle banche, in un contesto di recessione come il nostro, non consente più di sostenere un sistema evolutosi all’epoca del paradiso fiscale.

Ma non basta dirsi favorevoli alla fusione, bisogna vedere come è fatta, con quale grado di condivisione, di approfondimento, le modalità di riorganizzazione del personale, delle filiali ecc.

Il percorso di fusione tra Carisp e BSM è nato male, malissimo, perché non è stato frutto di condivisione e trasparenza quanto piuttosto di una serie di voci di corridoio, più o meno confermate, e caratterizzato da costanti opacità. Opacità dentro Carisp e opacità rilevate anche da parte di BSM.

Basti pensare a quanto avvenuto sul fronte BSM: mesi di mobilitazione dei dipendenti che a fronte di considerazioni sull’opportunità di ridimensionare la struttura, a fronte di richieste di tagli hanno segnalato l’aumento incontrollato dei costi della direzione (+ 20%), aumento dei compensi degli amministratori (+ 46%) e l’aumento dei costi per le prestazioni professionali, cioè le consulenze ( + 59%). Tutti aumenti riferiti all’anno 2017 pubblicati dall’Associazione dei dipendenti BSM, sono dati pubblici. Sempre sul fronte BSM occorre ricordare l’Assemblea dell’Ente Cassa di Faetano, tenutasi due giorni fa, che con una maggioranza del 78% (158 voti contro 44) ha detto no al progetto di fusione con Carisp e soprattutto ha prodotto un documento in cui mette nero su bianco la propria sfiducia negli amministratori, chiede la rimozione del cda. La mobilitazione dei dipendenti fino al no fusione da parte dell’Ente Cassa sono tasselli di un unico mosaico: se non si ritiene affidabile e degno di fiducia il proprio rappresentante, allora ogni progetto, anche il più ragionevole, non godrà della necessaria credibilità. Qualcuno ha detto, il Cons. Nicola Selva, che noi non dobbiamo parlare di questi argomenti perchè si tratta di scelte di società di diritto privato. Ma questo non è vero: uno dei due soggetti, Carisp, è di proprietà dell’Ecc.ma Camera e quindi tutti noi dovremmo guardare con attenzione anche cosa fa l’altra parte in causa, quella con cui si sta valutando l’aggregazione. E dobbiamo guardarla con attenzione specialmente quando durante una assemblea pubblica viene detto a una platea di persone che ancora lo studio della società di consulenza non è terminato e che quindi il loro voto serve a fare nuovi approfondimenti, mentre dall’altra parte abbiamo una Cassa di risparmio in cui il cda ha già votato da giorni l’analisi della società di consulenza in quanto definitiva. Allora c’è qualcosa che non va, le informazioni che circolano in Carisp e BSM sono discordanti.

La fiducia è uno degli elementi essenziali del sistema finanziario e del sistema in generale, e quando non c’è possiamo anche avere le leggi migliori, i progetti migliori, ma se chi è chiamato ad applicarli e a farli rispettare non gode della fiducia dei dipendenti, dei collaboratori e, nel nostro caso, dei correntisti, non c’è legge che tenga.

Quando i dati sono forniti in maniera parziale oppure volutamente omessi è naturale che si vada a minare la fiducia necessaria a proseguire un percorso così delicato. Se le voci di corridoio si sostituiscono all’autorevolezza di una comunicazione ufficiale efficace e condivisa, la fiducia si incrina irreparabilmente.

E’ importante il progetto, l’obiettivo, i contenuti, ma sono importanti anche le persone a cui si dà l’incarico di attuare quel progetto. Noi possiamo avere il migliore architetto, il migliore ingegnere ma se chiediamo a un pessimo muratore di realizzare i progetti della nostra casa, la nostra abitazione crollerà in poco tempo, sempre che sia in grado di costruirla. In tutti questi anni si è continuato a nominare in ruoli strategici persone senza le competenze necessarie per svolgerli adeguatamente, con il risultato che abbiamo organismi che per funzionare ricorrono smodatamente a consulenti esterni.

Andando nel concreto, la richiesta di revoca dell’incarico di Zanotti risiede nelle modalità con cui ha portato avanti, all’interno del cda, il percorso di fusione di Carisp e Bsm.

Lo ha portato avanti rifiutandosi di consegnare ai membri del cda la lettera del Segretario alle Finanze riguardo a questo indirizzo di approfondimento, indirizzata a tutti i membri ma solo letta da Zanotti, non ha voluto consegnarla nonostante le richieste formali. Ma soprattutto Zanotti ha promosso e messo ai voti nel cda la creazione ex novo di un organismo inesistente, non previsto dalle normative, ossia una “delegazione ristretta” che trattasse una tema strategico come quello della fusione. Una delegazione, neanche a dirlo, in cui Zanotti ha proposto di far partecipare solo i membri nominati dalla maggioranza, escludendo deliberatamente i membri nominati dal socio minoritario (Forcellini e Francini) e quello nominato da noi (Vento), dall’opposizione che a tutti gli effetti è rappresentate dell’Ecc.ma Camera esattamente come i Consiglieri da voi nominati. Tra l’altro il membro da noi nominato, il prof Vento, è l’unico ad avere competenze e esperienze professionali rispetto alle fusioni bancarie, ma è stato deliberatamente escluso nonostante le richieste dei suoi colleghi Consiglieri che caldeggiavano per lo meno la sua presenza in quanto unico tecnico in materia, presente.

Non possiamo accettare, all’interno di quest’aula, che le persone che nominiamo per portare avanti le politiche economiche si permettano di creare organismi paralleli, fuori da ogni regola, organismi in cui esclude la rappresentanza democratica che invece caratterizza il Consiglio di Amministrazione. Un organismo che non è previsto dalle leggi e dai regolamenti vigenti non può essere considerato valido solo perché si è posto in votazione durante la seduta di un cda: il cda non è al di sopra della legge e la legge dice esplicitamente che la gestione della banca spetta al cda che ha certi diritti e doveri. Quali sono i diritti e doveri dell’organismo inventato da Zanotti? Non esistono, dobbiamo pensare che si inventerà anche quelli?

Questo mina, ancora una volta, la fiducia e fa pensare che non ci sia la volontà di parlare apertamente del percorso di fusione tra Carisp e BSM.

Zanotti non è il Presidente della maggioranza, non è il presidente di una parte del governo o di un partito politico ma è il presidente di Cassa di Risparmio in rappresentanza dell’Ecc.ma Camera quindi è anche il mio presidente, è il presidente della banca dei sammarinesi e pertanto deve rendere conto ai sammarinesi, non usare il cda per dare vita a organismi improvvisati e inventati, fuori da qualsiasi controllo democratico.

L’odg che presentiamo si basa sui contenuti del ricorso presentato dai consiglieri di Carisp Vento, Francini e Forcellini che è depositato in tribunale ed è un documento pubblico, poi ne faremo girare delle copie affinché tutta l’aula possa valutare se sottoscrivere l’odg oppure no.

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