Uguali a prescindere dall’orientamento sessuale: si va al referendum

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San Marino. Martedì prossimo la Reggenza firmerà il decreto che fisserà la data per la celebrazione del referendum sulle modifiche alla legge elettorale. Probabilmente il referendum verrà accorpato al quesito confermativo di revisione costituzionale, dopo che l’Aula non ha trovato la maggioranza assoluta. Si ipotizza come data il 2 giugno.

Per spiegare la novità su questo referendum confermativo, dobbiamo tornare nel Consiglio Generale dei giorni scorsi quando l’aula è stata chiamata a votare, con maggioranza qualificata, la modifica della Carta Costituzionale (Dichiarazione dei Diritti) per rendere tutti uguali davanti alla legge, “senza distinzioni di sesso ed orientamento sessuale”. Un voto che veniva dato per scontato, dopo l’approvazione della legge sulle unioni civili.

La modifica Costituzionale era stata sollecitata da Davide Forcellini di Rete dopo l’approvazione della Legge sulle unioni civili incontrando subito il sostegno di Marina Lazzarini. La consigliera di SSD non nasconde la delusione e parla di scivolone, figlio di dinamiche controverse. “Il dato che emerge – commenta Forcellini – è che l’assenteismo, come in ogni sistema democratico, è una variabile che può condizionare le scelte politiche e sociali”. In Aula mancavano all’appello 14 Consiglieri. Con la loro presenza sarebbe potuto andare diversamente. L’ultima parola passa dunque ai cittadini. La Reggenza ha 90 giorni di tempo indire il referendum confermativo.
Potrebbe essere celebrato insieme a quello sulla legge elettorale. La Lazzarini confida nella civiltà della popolazione chiedendosi se sarà pronta. I no in Aula sono stati 8. Nelle dichiarazioni di voto, l’unica voce fuori dal coro è stata quella di Pasquale Valentini che riconferma la sua posizione. “Non c’è stato il dovuto approfondimento”  spiega, rimarcando le conseguenze dell’assoluta parificazione delle coppie, “di qualsiasi tipo siano”. Rimarca che in tutti i parlamenti c’è una discussione aperta e di fronte all’affermazione che tutti sono uguali, “è la persona ad essere fonte del diritto – commenta – non l’orientamento sessuale”. Eppure il progetto di legge era stato firmato da tutti i capigruppo, compreso Alessandro Cardelli che, interpellato, spiega che il tema va approfondito nel partito. La notizia è passata sottotraccia, anche sui social.
Paolo Rondelli, del Comitato Unioni Civili, si dice stupito per le numerose assenze. “Si allunga l’iter su una proposta di legge portata dalla Segreteria Interni con l’appoggio di tutti. La modifica costituzionale nulla toglie ma dà maggiori garanzie a tutti i cittadini”. Proprio alla luce del sostegno della politica, ora si aspetta che gli stessi partiti che l’hanno sottoscritta invitino gli elettori a votare favorevolmente.

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