La Commissione Interni dibatte in materia di naturalizzazione

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San Marino. Sotto la lente della Commissione consiliare, riunita ieri a Palazzo Pubblico per proseguire nell’ordine del giorno dei lavori avviati giovedì scorso, è la proposta di legge di iniziativa popolare per modificare la norma sulla cittadinanza in materia di naturalizzazione. Non viene affrontato l’esame dell’articolato, come specifica il Presidente Marica Montemaggi, C10, in base alla richiesta accolta nell’ultimo Consiglio Grande e Generale di differire i termini previsti dal regolamento, per consentire ai commissari di approfondire l’argomento. Si sviluppa quindi un ampio dibattito in cui i commissari e il Segretario di Stato Guerrino Zanotti si confrontano con le due proposte di modifica della normativa contenute nel provvedimento: l’abolizione dell’obbligo di rinuncia alla residenza di origine e l’accorciamento dei tempi di residenza per poter accedere alla cittadinanza da 25 a 15 anni. “E’ un tema trasversale – riconosce il Segretario Zanotti – e devo dire la verità, è un tema che anche all’interno di maggioranza e governo non vede una posizione univoca”. Negli interventi dei commissari emerge a livello bipartisan la volontà di mettere da parte le proprie convinzioni personali, per affrontare l’argomento nell’interesse dei cittadini e del Paese. Mariella Mularoni, Pdcs, sottolinea la necessità di un confronto di tutta la politica: “Dovremo interrogarci e valutare con l’intero Consiglio grande e generale cosa fare per essere un Paese moderno, pur preservando le nostre peculiarità”.  Dalibor Riccardi, Gruppo Misto, esorta a “non focalizzarsi su una visione personale del tema, quanto piuttosto su quella che potrebbe essere una visione globale e sistemica della regolarizzazione della naturalizzazione e del processo che porta alla cittadinanza”. Marina Lazzarini, Ssd, si sofferma sulla richiesta di abrogare la rinuncia alla cittadinanza e riconosce che, rispetto ai vari paesi di origine, “c’è una serie di disparità e storture” che portano a considerare tale richiesta di rinuncia iniqua: “Non sta ad indicare un diritto – chiosa – ma un privilegio”. Di qui l’invito a superare una “pesante ipocrisia”. Fabrizio Perotto, Rf, pone l’accento sulle differenze di approccio nel Paese rispetto al tema della cittadinanza. Giuseppe Maria Morganti, Ssd, riconosce la necessità di introdurre criteri di equità e uguaglianza rispetto al rinuncia alla cittadinanza, mentre è più dubbioso sulla seconda richiesta, relativa alla riduzione da 25 a 15 anni di residenza quale requisito per la richiesta di cittadinanza. Luca Boschi, C10, riconosce la necessità “pur nella salvaguardia delle nostre peculiarità e tradizioni. Che San Marino lanci un messaggio di apertura verso i cittadini di altri paesi che dimostrino attaccamento verso la nostra terra”. Infine, Gian Carlo Capicchioni, Psd, a nome del suo partito, ammette che su entrambi i punti sollevati dai proponenti del Pdl “dovremmo fare un ulteriore passo in avanti”. I commissari infine sottoscrivono e approvano quindi all’unanimità la deliberazione con cui  viene delineata la scaletta temporale per l’iter normativo del progetto di legge di iniziativa popolare, impegnando la Commissione ad esaminarlo entro il 15 maggio perché possa approdare poi in seconda lettura nella sessione consiliare di giugno.

La seduta termina con l’approvazione all’unanimità dell’Odg presentato giovedì scorso da Marianna Bucci, Rete, per rafforzare l’impegno del governo nella lotta alla corruzione. Terminato l’esame dell’ordine del giorno dei lavori, la Commissione conclude la sessione in anticipo di un giorno.

Agenzia DIRE

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