Caccia pasquale all’orso assassino, reo di essere un normalissimo orso nel suo habitat naturale

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Al netto del triste fatto accaduto ad un ragazzo che correva intorno a casa sua con relativo sgomento causato a familiari e conoscenti a seguito della morte avvenuta per l’attacco di un orso, resto allibito dalla reazione della comunità montana dove tutto è accaduto ed in generale della reazione che molte persone stanno avendo attraverso i media.
Ma ancor più resto basito dal fatto che le autorità locali hanno previsto da regolamento che una volta identificato il DNA dell’esemplare assassino, reo di aver compiuto il delitto, quest’ultimo verrà abbattuto senza nemmeno un regolare processo….ma come?? Perdonate il sarcasmo che poco si addice al contesto ma vorrei ricordare che gli animali, tanto più quelli selvatici non hanno insiti i concetti di bene e male, che sono congetture tipicamente umane dato che il bene e il male assoluto non esistono ma fanno parte di convenzioni sociali legate perlopiù a potere e soldi. Qualche esempio?
Ce ne sono troppi e quindi mi limito a citare lo sterminio degli indiani d’america (circa 100 milioni di individui) e secoli prima ancora il colonialismo europeo nei confronti dell’Africa, delle Indie e delle Americhe che hanno causato lo squilibrio che oggi ha portato il mondo sul baratro e la cui rinascita sembra strettamente legata a forti traumi che prima o poi dovremo subire tutti.
E mille anni prima ancora le crociate che uccidevano gli infedeli, o meglio i fedeli di altre religioni in nome di un dio che mi fulmini pure adesso se voleva allora tale eccidio… Come immaginavo sono ancora vivo.
In tutti questi casi è stato fatto un male inenarrabile a delle persone in nome del bene (presunto) di altre.
Non cito di proposito l’olocausto ebraico perché vorrei concentrarmi su un contesto prettamente territoriale e non grottescamente sociale, falsamente razziale ed espressamente economico come nel caso dello sterminio degli ebrei.
Restando dunque sul dominio territoriale, quello in causa è dell’orso ancor prima che dell’uomo. Qui non parliamo di ungulati grassi come ippopotami che assaltano i cassonetti a Roma, ma di un ursidae affamato in montagna.
Quando smetteremo di considerarci la razza migliore, l’unica che ha diritto di sopravvivenza usurpando luoghi, culture e leggi naturali?
Certo è una disgrazia che un essere umano venga ucciso da un orso, oggi più di cento anni fa, ma può accadere nei luoghi dove è accaduto ed è comunque molto meno probabile che non morire di cancro ai polmoni per il fumo o di cirrosi per l’alcol, entrambe le cose perfettamente legali.
Quindi, ti prego cara Umanità, risparmiati l’umiliazione di uccidere un povero orso che semplicemente fa l’orso altrimenti di questo passo dovremmo prendere a cannonate le valanghe e i crepacci che in montagna fagocitano decine se non centinaia di persone ogni anno in tutte le montagne della terra.
Ecco, credo che l’attacco da parte di un orso in un bosco del Trentino si possa annoverare tra le cause naturali di morte in montagna e neanche delle più frequenti.
Ma come ben sappiamo spesso un’amministrazione si limita ad ammansire l’orso del consenso elettorale, sparando all’orso reale.

Francesco Chiari
Direttore pro tempore Tribunapoliticaweb