Francesco Chiari dal Meeting di Rimini: la bad bank è servita

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Il Meeting di Rimini è ormai da anni un evento di livello “internazionale” ed è proprio questo il concetto su cui si avvita, in modo un pò maldestro a parer mio, l’evoluzione della Repubblica di San Marino: l’internazionalizzazione.

Come tutti i momenti epocali anche quello che stiamo vivendo noi sammarinesi ha delle contraddizioni.

Da un lato la necessità di aprirsi all’esterno, dall’altro la malcelata malinconia per il proprio protezionismo ormai desueto e insostenibile. Insomma siamo ben lontani dalla filantropia e dalla voglia innata di crescere culturalmente, di cambiare in meglio, in un sistema capitalistico destinato a fagocitare anche gli ultimi baluardi comunisti.

E le contraddizioni continuano anche nel Meeting, che giustamente deve autosostenersi, dove la finanza imperversa in modo del tutto autoreferenziale purché sponsorizzi.

Questo è ciò che ho notato oggi pomeriggio alla conferenza organizzata da Advantage Finance con un programma che assomiglia più ad una frittura di pesci misti che ad un convegno di finanzieri. Si parla di tutto e di niente, passando di palo in frasca in una commistione di grandi investimenti in Paesi Africani dipinti come vere e proprie “galline dalle uova d’oro” e passando poi all’importanza dei piccoli stati nell’economia internazionale.

Poi, ad un tratto l’illuminazione…

Lasciate essere anche me un pochino autoreferenziale: circa 6 mesi fa ho cominciato a congetturare tra me e me, a voce alta, della possibilità che un “cavaliere bianco” potesse essere interessato a maneggiare i nostri NPL, poi, più o meno 3 mesi fa, mi è venuta la balzana idea che Carisp potesse diventare, nelle intenzioni degli scudieri del cavaliere bianco, la bad bank da imbottire bene bene con tutti i crediti deteriorati di cui soffrono molte delle nostre banche, cominciando proprio dai suoi. Ammesso e non concesso che questa teoria “sgangherata”, necessaria solo alla mia regolare azione di corpo mattutina regga, ci vorrebbe un mezzo miliardo di euro perché il cerchio si chiuda…e qui i miei pensieri facevano tilt.

Ebbene, ho appena ricevuto l’illuminazione qui al Meeting, e dove altrimenti? Comincio a pensare che i capitali necessari confluiranno tramite finanziaria con sedi a Lussemburgo, Milano, New York e Nairobi e proverranno da paesi Africani in grande sviluppo a che da brave galline dalle uova d’oro vanno sfruttate e poi servite nel bollito a Natale con mostarda e salsa verde.

Beh, mancano solo 4 mesi a Natale e dunque rimando ad allora l’analisi consuntiva delle mie “sgangherate congetture”. Dunque #statesintonizzati.

Con quell’insana pazzia che è l’amore per questo Paese,

Francesco Chiari 

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