Pensioni: contributi non versati per oltre 23 milioni di euro

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San Marino. Fondi pensione, ormai se ne parla ogni giorno, per le più disparate ragioni. Tra queste c’è anche il problema del mancato pagamento dei contributi previdenziali per i lavoratori. Una questione che vale milioni. Ad oggi, fa sapere l’Iss, i contributi non versati ammontano a oltre 23 milioni di euro. Si tratta di una somma lorda che comprende anche i relativi interessi e sanzioni. I debitori sono 847, tra aziende e lavoratori autonomi. Un fenomeno rilevante che, secondo gli addetti ai lavori, è stata sempre presente, oggi come nel passato.
Ogni due mesi l’Iss verifica la situazione complessiva dei versamenti. Dopo quattro mesi di mancato pagamento, la pratica passa all’Esattoria di Banca Centrale. Il debitore più grande deve circa 790mila euro. Ma stiamo parlando solo di una parte del problema, perché i 23 milioni di versamenti non riscossi si riferiscono al primo pilastro. Nel calcolo non rientrano le situazioni legate al fondo di previdenza complementare Fondiss. Se il debito per contributi supera i 10mila euro, si va sul penale. Sono 502 i soggetti che superano tale somma.

Riguardo alla gestione dei fondi pensione, il punto è stato fatto nella giornata di ieri durante un incontro tra il Congresso di Stato e il Consiglio per la previdenza. Dopo il blocco dei pagamenti disposto per banca Cis, il Consiglio per la Previdenza aveva comunicato, nel dettaglio, le cifre allocate nell’istituto di credito: 24 milioni in liquidità e 61 in Pronti Contro Termine. Durante il dibattimento, presso il Collegio dei Garanti, sul referendum per la segregazione dei fondi pensione, il coordinatore del Consiglio per la Previdenza parlò ai Saggi di un accantonamento di 428 milioni a garanzia dell’erogazione delle pensioni. Una “riserva tecnica”, è stata la precisazione, investita nel circuito economico sammarinese, e che consiste per buona parte in titoli di credito nei confronti delle banche depositarie. Il Collegio dei garanti aveva ricordato anche l’articolo 66 della legge 147 del 2017. Quell’articolo impegnava il governo a predisporre, entro luglio dello scorso anno, un regolamento per richiedere agli istituti di credito dove sono depositati i fondi pensione forme di garanzia adeguate. Ad oggi questo regolamento non è stato emanato.

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