PDCS sul degrado di cardiologia

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San Marino. L’ultimo fatto eclatante, che ci ha portato a riflettere sul degrado del reparto e dell’ambulatorio di cardiologia, è avvenuto qualche settimana fa.
Durante un fine settimana si è verificata una totale assenza della figura del medico cardiologo reperibile , nella pratica se qualche cittadino si fosse trovato in una situazione di emergenza cardiocircolatoria sarebbe stato trattato non dallo specialista cardiologo ma da un medico reperibile o dal medico del pronto soccorso.
Nonostante l’innegabile ed evidente competenza dei medici del nostro ospedale, che si stanno sobbarcando doppi turni e un aumento significativo delle reperibilità, riteniamo assurda questa gestione controproducente e squalificante per una struttura come la nostra.
Ricordiamo la cardiologia come un polo di eccellenza del nostro ospedale ma a causa della pessima gestione organizzativa anche in questo settore sono iniziate una serie di denunce di disservizi. Ad oggi sono presenti 4 cardiologi ed il dirigente mentre la dotazione organica prevede la presenza di 6 medici specializzati in cardiologia.
A tal proposito sottolineiamo ancora una volta come, a nostro avviso, l’attivazione di consulenze e di bandi internazionali non siano soluzioni costruttive e durature per affrontare il problema della carenza di medici. Come più volte affermato sarebbe invece opportuno ripristinare gli accordi fatti, nel caso della cardiologia con l’Università di Ferrara per avere a disposizione specialisti che possano rimanere in territorio in modo permanente. Sarebbe opportuno aderire a questo tipo di scelta in un’ottica di stabilità e risparmio alla luce di numerosissime delibere da cui emergono tariffe orarie da capogiro, da corrispondere a medici, per lo più pensionati in Italia, che vengono in territorio per poche ore tamponando le urgenze.
Oggi il reparto di cardiologia la semi intensiva con i suoi sei letti per la degenza di pazienti cardiopatici non è più attivo e viene utilizzato dagli anestesisti appoggiandosi al reparto di medicina.
Durante la scorsa legislatura era stata inoltra una proposta volta ad un’ottimizzazione del reparto riservando 3 posti letto per la gestione dei pazienti che rientravano in territorio a seguito della fase acuta, gestita dal centro specialistico in monitoraggio post operatorio. I rimanenti 3 posti sarebbero rimasti a disposizione per la cosiddetta “intensità di cura” ovvero per pazienti neurologici o chirurgici che potevano necessitare di un controllo maggiore con strumentazione più specifica di cui è già dotata la corsia di semintensiva.
I pazienti operati a Cotignola, centro presso cui è attiva da tempo una convenzione per far fronte alle emergenze cardiologiche rimanevano ricoverati per un periodo di 4-5 giorni. Ad oggi in mancanza di un reparto organizzato questi pazienti permangono fuori territorio circa 20 giorni generando un dispendio di risorse economiche notevole, (un giorno di degenza in una struttura privata per la riabilitazione post operatoria costa all’ISS 280 € giornalieri) e creando un disagio significativo alle famiglie del paziente che devono recarsi quotidianamente o affittare un appartamento per accudire il proprio familiare. Questa disorganizzazione gestionale e incompetenza politica di scelta di linee di indirizzo causa disagi e perdite economiche non solo all’ISS ma anche alla famiglia.
Ulteriori criticità vengono denunciate anche sul fronte di prestazioni ambulatoriali; recentemente sono stati sospesi (precisamente dal 18 novembre al 14 febbraio) gli eco-doppler. Verificatesi alcune urgenze alcuni pazienti sono stati inviati fuori territorio con un dispendio economico, anche in questo caso a carico dell’ISS, che nonostante avesse gli strumenti per farsene carico ha inviato fuori territorio dei pazienti per eseguire l’esame necessario per affrontare interventi chirurgici specifici.
Un tempo si lavorava in un’ottica di reciprocità con altri enti sanitario al fine di offrire dei servizi a pagamento aiutando le strutture limitrofe a smaltire le liste di attesa. Oggi ci ritroviamo paradossalmente ad avere noi delle liste interminabili di attesa creando dei disservizi alla popolazione
Il gruppo Sanità PDCS auspica la realizzazione di un progetto ad ampio respiro che possa prevedere l’organizzazione di una struttura per accogliere persone in rientro post-operatorio e ripristinare i posti letti dedicati alle problematiche legate alla cardiologia. E’ il caso di sottolineare che attualmente la cardiologia sarebbe in possesso delle risorse umane, degli spazi e dell’attrezzatura medica adeguata.
In tale ottica si potrebbe così aumentare le attività ambulatoriali istituendo un punto prelievi per i pazienti che seguono una terapia anticoagulante, gestire le ferite post chirurgiche, controllare periodicamente i pazienti con pacemakers , attivare un protocollo rivolto alla prevenzione che possa prevedere anche un canale privilegiato di comunicazione tra medico di base e medico specialista cardiologo.
Noi crediamo ancora che l’Ospedale di Stato debba ritornare ad essere un servizio funzionante e di eccellenza per il bene di tutta la nostra popolazione invece si nota un progressivo e preoccupante smantellamento di tutti i reparti in un’ottica di ridimensionamento dei costi e delle risorse.
Gruppo Sanità PDCS

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