Dove sono finite le pari opportunità in Italia?

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Roma 14-05-2004 Premio Marisa Bellisario 2004.

(AGI) – Roma, 24 mag. – “Al premier incaricato, il Professore Giuseppe Conte e ai leader di Lega e M5S chiediamo che per le Pari Opportunità venga ripristinato un Ministero e che nella compagine governativa figuri un’equilibrata presenza di donne. E ci rivolgiamo anche al Presidente della Repubblica, che finora ha avuto un ruolo fondamentale di garanzia ma anche di richiamo alla responsabilità, perché vigili con tutta la sua autorità. Lo chiediamo come Fondazione Marisa Bellisario, forti di trent’anni di lavoro e impegno, e con noi lo chiedono le migliaia di donne che rappresentiamo, preoccupate di un passo indietro sui temi dell’inclusione e della parità di genere”.
“È senz’altro giusto pensare a un Ministero per la Famiglia e i Disabili come abbiamo finora letto sulla stampa ma crediamo anche che le tante, gravi e urgenti questioni aperte sul fonte delle politiche di genere non solo meritino ma esigano un dicastero apposito. In Italia lavora il 49.2% delle donne ma in Regioni come la Calabria sono appena 26.6% e il tasso di inattività femminile al Sud è al 58.1% contro una media comunque alta del 43.7%. Eppure, secondo la Banca d’Italia, un tasso di occupazione femminile al 60% comporterebbe una crescita del Pil pari al 7%. Abbiamo il tasso di natalità tra i più bassi tra gli Stati membri dell’Unione europea; una donna su cinque lascia il lavoro all’arrivo di un figlio e le politiche di conciliazione sono frammentarie e insufficienti. Solo 1 manager su 5 è donna e guadagna in media il 14% in meno di un uomo. Siamo il Paese con il più alto numero d’imprenditrici ma le politiche di promozione dell’imprenditoria femminile sono discontinue e insufficienti. Negli ultimi tre anni 425mila donne sono state oggetto di molestie nel posto di lavoro e quasi 9 milioni di donne nel corso della loro vita hanno subito una qualche forma di violenza. Bastano questi dati a capire come la questione femminile sia ancora aperta e non riguardi solo le donne ma il Paese intero. La crescita del Paese passa per la partecipazione femminile, in tutti gli ambiti e oggi la politica e il governo che sta per nascere devono dare un segnale forte in questa direzione” conclude Golfo. (AGI)

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