Guerra in Ucraina: “la risposta di San Marino si chiama solidarietà”

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Sono tante le domande che pone la guerra in atto in Ucraina, tre le quali: a chi e a cosa serve questo conflitto scatenato dalla Russia nel cuore dell’Europa? Quali ne sono le cause? Quali sono gli effetti sulla vita delle persone e sull’economia? Partirà una nuova corsa al riarmo?

Quesiti che sono stati posti nella conferenza di ieri alla Sala Montelupo di Domagnano, in cui sono intervenuti i Segretari Generali CSU Enzo Merlini e Gianluca Montanari, Michele Chiaruzzi dell’Università di San Marino, il Segretario agli Esteri Luca Beccari, Giovanni Ceccoli della Caritas RSM, con il coordinamento di Giovanna Bartolucci, giornalista di San Marino RTV.

Mentre fioccano gli interrogativi, intanto San Marino ha dato una risposta, ed è una risposta straordinaria, quella della solidarietà: infatti sono arrivati a 300 i rifugiati ucraini ospitati nel nostro paese, in larghissima parte direttamente presso le famiglie sammarinesi. Un numero altissimo: probabilmente San Marino è il paese al mondo che ha accolto più rifugiati in rapporto alla sua popolazione (in proporzione, è come se l’Italia ne avesse ospitati 600mila). Ricordiamo che la cifra di trecento è stata stabilita dal Congresso di Stato.

Di questo encomiabile spirito di accoglienza della comunità sammarinese, ha dato testimonianza il referente della Caritas, nei cui centri di accoglienza sono ospitate alcune decine di persone. La Caritas ha già raccolto la cifra di 30mila euro (ammonta a 80mila la cifra finora raccolta dalla Protezione Civile), e in collaborazione con le Istituzioni e le associazioni si sta prodigando per essere di supporto a tutti i rifugiati presenti sul Titano, in primis attraverso la distribuzione di vestiario, generi alimentari e buoni pasto. Da sottolineare il fatto che la gran parte dei rifugiati è ospitato presso le famiglie o in immobili di loro proprietà.

Ora va affrontata l’accoglienza nella sua complessità, per realizzare una vera integrazione. I minori sono circa 120, e per loro si pone la necessità di continuare l’attività scolastica: i ragazzi delle medie e delle elementari fanno la didattica a distanza, mentre i più piccoli vengono direttamente inseriti nelle classi della scuola dell’infanzia. C’è l’intenzione di destinare alcune strutture del territorio a plesso scolastico per questi ragazzi, affinché possano continuare i loro studi in presenza, e di organizzare delle scuole per insegnare a tutti la lingua italiana, per creare la premessa fondamentale dell’integrazione. Al contempo si pone il problema degli adulti: anche per essi si tratta di creare le condizioni per un possibile inserimento nel mondo del lavoro.

Alla domanda se San Marino potrà aumentare il numero di rifugiati da ospitare, il Segretario Beccari ha risposto che si deve tenere conto della capacità del paese di dare risposta a tutte le necessità che essi pongono, e che tale eventuale sarà valutata con attenzione, evitando che San Marino faccia passi superiori alle sue possibilità.

Una notizia annunciata nella serata di ieri, è che attraverso il Fondo Servizi Sociali, costituito dal sindacato e dalle associazioni datoriali, il servizio mensa verrà messo a disposizione gratuitamente di tutti i rifugiati nelle prossime settimane. Gli aspetti logistici e organizzativi verranno definiti in tempi brevi.

Uno dei punti cardine del dibattito è stata la scelta di San Marino di adottare una “neutralità attiva”, che si è concretizzata con l’ordine del giorno votato all’unanimità dal Consiglio Grande e Generale, con cui il nostro Stato ha aderito alle sanzioni della Unione Europea. Una scelta che i Segretari Generali CSU hanno condiviso.

È un punto di svolta e di discontinuità rispetto alla tradizionale neutralità della piccola Repubblica del Titano? La scelta di San Marino di aderire alle sanzioni, illustrata dal Segretario per gli Esteri, ha voluto essere una dimostrazione che la condanna dell’invasione da parte dei russi dell’Ucraina, uno Stato libero e sovrano, non è avvenuta solo a parole. Essere neutrali non significa essere indifferenti quando avviene una inaccettabile aggressione militare.

A cosa serve questa guerra? Per Michele Chiaruzzi, Direttore del Centro di ricerca per le relazioni internazionali dell’Università di San Marino, l’azione militare della Russia in Ucraina è finalizzata ad accrescere la propria sfera di influenza sulle aree limitrofe alla Federazione russa. La guerra, così come la pace, è sempre una scelta politica, che ha già prodotto una profonda lacerazione nel continente europeo. Il sistema di relazioni internazionali così come lo abbiamo conosciuto, è definitivamente collassato.

I Segretari Generali CSU, nel sottolineare che non vi può essere nessuna giustificazione all’invasione militare dell’Ucraina da parte della Russia di Putin, hanno messo in evidenza, tra le altre cose, le conseguenze anche economiche del conflitto, che produce effetti tangibili anche per i comuni cittadini, come i rincari delle utenze, oltre al deficit energetico (la Germania, ad esempio, è già entrata in uno stato di emergenza energetica) e la carenza di materie prime che mette in difficoltà le produzioni industriali.

La CSU, nell’esprimere profondo compiacimento per la risposta di solidarietà che San Marino ha offerto di fronte a questa tragedia, rinnova l’appello a tutti i cittadini ad aderire alle sottoscrizioni istituzionali aperte nel nostro paese per l’accoglienza dei rifugiati ucraini, e a partecipare attivamente alle prossime iniziative che dovessero essere organizzate per promuovere la cessazione del conflitto in Ucraina.

La registrazione dell’intera serata di ieri, intitolata “La guerra interroga San Marino”, sarà visibile nei prossimi giorni sulle pagine Facebook delle due Confederazioni, “Cuore CSdL” e “Amici della CDLS”.