Riflessioni di Fabrizio Mittiga, membro del Consiglio Direttivo Ass. San Marino-Italia, sul programma musicale del Concerto Ringraziamento

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Attratto da un senso di pace ed equilibrio che emanava dalle sue note, ho passato diverse notti ad ascoltare e riascoltare il terzo tempo del quartetto n. 15 op. 132 di Ludwig van Beethoven. La sua musica è perfettamente in linea con la dedica che Beethoven ci ha lasciato: “Canzone di ringraziamento offerta alla divinità da un guarito, in modo lidico “. E ho pensato che questo brano musicale, così diverso dal Beethoven impetuoso che tutti conosciamo, dovesse essere rappresentato e reso noto il più possibile al pubblico e costituire al tempo stesso il nucleo di un tema centrale, il ringraziamento appunto, di un intero concerto. A mano a mano che prendevano forma questi obiettivi, si è sviluppata la consapevolezza che il ringraziamento (o la gratitudine), nasce nell’intimo e che il suo sviluppo naturale è l’estroversione in un senso di allegria nei confronti della vita e
dell’esistente. Così è nato il tema del concerto musicale che verrà rappresentato il 27 luglio al teatro Titano di San Marino. Tutto il primo tempo, eseguito dal quartetto d’archi, si svolge in un’atmosfera intima, che prende avvio dalla cavatina del quartetto n. 13 op. 130, sempre di Beethoven, che può essere considerata una preghiera introduttiva alla “Canzone di ringraziamento” che verrà eseguita subito dopo. Il secondo tempo rappresenta il passaggio dall’intimo all’estroversione allegra attraverso l’esecuzione al piano, con l’ausilio di una voce mezzo soprano, di brani musicali contemporanei, alcuni
dei quali inediti. Il terzo tempo, infine, prevede il congiungimento del quartetto d’archi con il piano e la voce, per l’esecuzione della cantata BWV 54 di J. S. Bach che può considerarsi un ritorno allegro ad una dimensione intima. Il concerto, così concepito, ho pensato potesse anche accogliere, nel secondo tempo, una mia brevissima composizione (circa due minuti) per la cui esecuzione, non essendo io un musicista, ho adeguatamente chiesto il parere dei professionisti. “Stati d’animo” raccoglie le emozioni in me scatenatesi dopo la morte di mia madre, avvenuta più di vent’anni fa, ed è come la realizzazione di una promessa. Inizialmente le “emozioni” si tradussero in diversi strumenti, ma fu nel successivo percorso di riduzione e sintesi per solo pianoforte che presero una forma concreta sino a costituire una storia. È la storia di un ricercatore (nel quale ciascuno può identificarsi) che con ostinazione vuole trovare ad ogni costo una (o “la”) verità. Incontra mille ostacoli, sino a percepire un senso di ammaliante vaghezza che lo attira…si lascia andare… e improvvisamente diviene consapevole di aver scoperto, e di essere pervaso da un senso di profonda gratitudine. Non a caso i quattro tempi di “Stati d’animo” sono intitolati: 1. Ostinazione; 2. Vaghezza; 3. Consapevolezza; 4. Gratitudine. E l’intero concerto può essere considerato come un invito ad ascoltare se stessi attraverso l’aiuto della musica che di per sé intona e armonizza le diverse note percepite nello spirito di ciascuno di noi. È sufficiente entrare nella dimensione della gratitudine!