Festa di San Giuseppe, fogheraccia nei Castelli

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Un tempo, non c’era abitazione, casolare, aia, che non avesse il suo fuoco. O meglio ancora, la fogheraccia. Un rito antichissimo, pre-cristiano, che è rimasto quasi inalterato nei millenni. Si bruciavano i rigori invernali, la carestia derivante dal gelo e dal letargo della natura e, più in generale, tutte le negatività. Ma il fuoco è energia, purezza, forza, quindi era benaugurante per la stagione primaverile incipiente, per l’abbondanza dei raccolti, per il benessere degli uomini e degli animali. Una sorta di rito di passaggio, dal buio alla luce, alla nuova vita.

Oggi, il rito ancestrale è diventato una serata da trascorrere insieme attorno al grande falò che viene acceso nelle piazze di quasi tutti i Castelli, che organizzano per l’occasione anche occasioni di intrattenimento.

Domani sera, 18 marzo, vigilia della festa di San Giuseppe, all’accensione delle grandi fogheracce seguirà dunque la possibilità di mangiare piada, salsiccia, vino e ciambella, oppure dolci fatte dalle mamme e dalle nonne; in alcuno siti ci sarà anche musica, canzoni, ricordi e filastrocche.

L’appuntamento si ripeterà nella piazzetta di Casole, in Città al parcheggio 10, a Serravalle nel parco Lajala, a Fiorentino. Ognuno può andare nel suo Castello, o come fanno molti ragazzi, fare il giro di tutti i fuochi.

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