Flora Tumminello: Il mercato fluido dell’arte

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Fare arte è oggi per molti una sorta di terapia difensiva. Difesa da cosa? Dai confini indistinti in cui siamo immersi. Dall’instabilità di un sistema economico, sociale e culturale che non riusciamo a decifrare, almeno come un tempo. Oggi il mercato dell’arte, se ancora possiamo pensare a un mercato delle opere. Risiede nel tentativo di resistere in labile compenso tra tensione creativa e la commercializzazione della propria opera. Sulla quantità di denaro è d’obbligo fare dei distinguo non sempre accettati con buon umore. Il successo è una scala. Dipende dove vogliamo posizionarci per goderne.

Per il semplice piacere di creare si può con serenità definirsi artisti. Il gesto di disegnare definisce. Una sorta di terapia dell’anima, di cura e di ritiro nel pensiero intimista che dir si voglia. Senza misurare talento, idea o mercato. Il gesto al servizio del principio di piacere. Nessuno può dire il contrario se completata l’opera l’artista afferma di aver compiuto un’impresa. E quindi, raggiunto un successo.

Si può esercitarne l’arte con talento e portare l’osservatore a nuove esperienze visive. Collezionisti attenti e raffinati comprarne le opere, sopravvivere con e per l’arte e nessuno potrà dire che tale traguardo non abbia mercato e trionfo.

Infine, colui che possiede il piacere nel cuore, il talento delle mani, e inventore di un nuovo linguaggio. Nel mare della valutazione di fatto, è un artista di sicura fama. Sia le quotazioni delle opere raggiungono migliaia di euro sia milioni. Cui pare tutti vorrebbero arrivare.

In una società fluida qual è la nostra. Il successo, la fama il denaro sono una scala. Dipende dove vogliamo posizionarci. Rispondere con concretezza a questa domanda. E’ attuare un principio di realtà sano. E una risposta sincera da parte del professionista che tenta di districarsi tra le migliaia di mostre, collettive, personali, eventi d’arte, dove è sempre più difficile comunicare la verità su che cosa è il talento. Chi ha capacità vere per distinguersi artista con una possibile opportunità di riconoscimento futura.

Ma anche il riconoscimento subisce la crudele valutazione. Tutti sono artisti, non tutti vendono, non tutti venderanno per migliaia di euro, ancor meno le valutazioni milionarie che necessitano di conoscenza del mercato globale dell’arte e un’attenta strategia di marketing. Che ognuno sappia dov’è la propria capacità e la finisca di volersi storicizzare a tutti i costi. Il volere nella storia dell’arte nessuno l’ha comprato mai. E spesso il talento e il nuovo sono riconosciuti da defunti.

FLORA TUMMINELLO

 

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