L’Italia rivuole il Crocifisso attribuito a Michelangelo

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Una rogatoria dall’Italia, precisamente dal tribunale di Rimini, per chiedere a San Marino di dissequestrare e, di fatto restituire ad Angelo Boccardelli, il crocifisso ligneo che viene attribuito a Michelangelo.

La storia che ruota intorno a questa opera è più che la trama di un romanzo giallo.

Il crocifisso era stato affidato al conte Giacomo Maria Ugolini, ambasciatore di San Marino in Egitto nel 1979, dal Patriarca Greco-Melchita-Cattolico di Beirut che gliela affida per farla restaurare in Italia.

Il capolavoro scompare dopo la morte di Ugolini, avvenuta nel 2006.

È Boccardelli, braccio destro ed erede nella continuazione delle attività della Fondazione con sede a Domagnano, a svelare l’esistenza del crocifisso a San Marino, nascosto in una cassetta di sicurezza, mentre tutti lo stanno cercando negli Stati Uniti. Il problema è che Boccardelli viene poi arrestato per mandato della Procura Distrettuale Antimafia per una vicenda che intreccia affari immobiliari e ’ndrangheta e la Fondazione viene chiusa.

Ma il procedimento nei confronti di Boccardelli, riciclaggio e ricettazione, viene archiviato. E il crocifisso in seguito dissequestrato dalla magistratura sammarinese. Ma la restituzione a Boccardelli, che ha un accordo con lo stato italiano per esporre l’opera al pubblico, non è così scontata, anche perché non è mai stata provata l’illecita provenienza della scultura.

Tutto questo senza contare che, sul crocifisso, c’è la dichiarazione della Commissione monumenti e opere d’arte sammarinese che lo definisce «opera di interesse nazionale», tanto da non lasciarlo nemmeno nella cassetta di sicurezza della banca, ma averlo trasferito in un posto segreto sotto la diretta custodia dello Stato.

A questo punto non resta che attendere sul Titano gli incaricati del magistrato, la dottoressa Tiziana Coccoluto del ministero dei Beni culturali di Roma e il maresciallo Domenico Cecon del Comando carabinieri Tutela patrimonio culturale, che devono prendere contatti con Boccardelli e l’autorità giudiziaria sammarinese. Quest’ultima dovrà poi mettersi in contatto con l’autorità di tutela dei beni del Titano.

Monica Raschi, Il Resto del Carlino

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