San Marino. Il progetto di Martina Conti interroga la nozione di corpo, colta nella sua duplice accezione di corpo fisico e corpo sociale. Al pubblico internazionale della Biennale di Venezia l’artista vuole mostrare una riflessione sulle relazioni simboliche e fisiche che sussistono tra persona e comunità, azione individuale e gesto corale. Questo corpo sociale assume la forma del più alto strumento di costruzione collettiva che è quello del corpo politico democraticamente eletto: il parlamento. L’artista invita così i parlamentari di San Marino a lavorare ad un’azione allo stesso tempo individuale e collettiva, che tocchi corpo e mente. A motivare ed amplificare questa tensione vi sono le peculiarità che caratterizzano San Marino ovvero la natura di Piccolo Stato in cui le relazioni tra comunità vivono di meccanismi ed equilibri unici. Tra questi meccanismi vi è indubbiamente la vicinanza tra cittadini e politica. Questa vicinanza permette ai politici di una piccola comunità di rappresentare con maggior vicinanza i propri cittadini e di rappresentare tale vicinanza su scala immediatamente internazionale. Il progetto parte così dall’attestazione di tale vicinanza attraverso la richiesta diretta che l’artista rivolge al parlamento di partecipazione al progetto artistico. Exercises for a polluted mind si comporrà così di una serie di esercizi coreografici codificati e studiati, in termini estetici e simbolici, da Martina Conti con estrema attenzione e sperimentati in primis sul corpo rappresentativo della dimensione politica, democratica e storica dello Stato ovvero appunto il Consiglio Grande e Generale. Tali esercizi hanno l’obiettivo di avviare un percorso, simbolico e imprevisto, di rigenerazione fisica e mentale (da qui il titolo) che, partendo dai rappresentanti dello stato si muoverà poi sull’intera comunità anche attraverso l’utilizzo di materiali ed elementi simbolici che appartengono alla storia e alle tradizioni di San Marino. Exercises for a polluted mind sarà quindi uno stimolo trasformativo, che parte dall’individuo e che si allarga alla comunità sammarinese e al pubblico della Biennale.
Come scrive l’artista “Con questa ricerca vorrei indagare il rapporto tra artista/cittadino e la dimensione politica. L’intervento che vorrei proporre si pone lo scopo di invitare la classe politica ad essere coinvolta personalmente e fisicamente in un progetto artistico e quindi ad aprirsi ad una nuova dinamica di coinvolgimento pubblico. Il mio focus operativo ed artistico, lo strumento con cui lavoro, è il corpo. Il progetto si pone l’obbiettivo di condividere una pratica artistica basata sull’ascolto del corpo perché possa diventare anche un fare politico, laddove lavorare sul corpo è un atto politico.
Si richiede quindi ai membri del Consiglio Grande e Generale di aprire la propria collettività ad un nuovo fare il cui punto di partenza è l’esplorazione somatica e percettiva”.
Oltre alla presenza in Biennale, all’interno del Padiglione San Marino, il progetto verrà presentato presso la Galleria Nazionale San Marino e presso il Museo MA*GA di Gallarate, nell’estate 2019. In occasione del progetto Postmedia Books pubblicherà una monografia dedicata all’artista.
Martina Conti (1984) dedica la propria ricerca alle relazioni tra corpo e spazio in una prospettiva sia fisica che simbolica. Ha studiato a Londra danza contemporanea presso Trinity Laban e successivamente performance a Central Saint Martins. Tra le istituzioni che hanno esposto il suo lavoro si ricordano il Museo di Villa Croce, Genova; Viafarini, Milano; Spike Island, Bristol; XIV Biennale de Mediterraneo, Skopje, WEYA, Nottingham, 2012.