Liste elettorali, gli italiani si devono iscrivere entro fine gennaio

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San Marino. Fine della legislatura, in Italia, e voto a marzo. È tempo dunque di adempimenti elettorali anche per gli italiani residenti all’estero, che possono votare per corrispondenza. La facoltà è riservata a colore che si trovano temporaneamente fuori dalla Patria per motivi di lavoro, studio o cure mediche per un periodo di almeno tre mesi durante il quale ricada la data di svolgimento delle elezioni per il rinnovo del Parlamento. Anche i familiari con i loro conviventi potranno partecipare al voto per corrispondenza organizzato dagli uffici consolari italiani (legge 459 del 27 dicembre 2001, comma 1 dell’art. 4-bis), ricevendo la scheda al loro indirizzo all’estero.

Per partecipare al voto, informa l’Ambasciata d’Italia nella Repubblica di San Marino, entro il prossimo 31 gennaio, tali elettori dovranno far pervenire alle liste elettorali del Comune un’apposita opzione d’iscrizione. È possibile la revoca della stessa opzione entro lo stesso termine. Si ricorda che l’opzione è valida solo per il voto cui si riferisce (ovvero, in questo caso, per le votazioni del 4 marzo 2018). L’opzione (facsimile reperibile sul sito www.ambsanmarino.esteri.it) può essere inviata per posta, telefax, posta elettronica anche non certificata, oppure fatta pervenire a mano al Comune anche da persona diversa dall’interessato.

La dichiarazione di opzione, redatta su carta libera e obbligatoriamente corredata di copia di documento d’identità valido dell’elettore, deve in ogni caso contenere l’indirizzo postale estero cui va inviato il plico elettorale, l’indicazione dell’Ufficio consolare competente per territorio e una dichiarazione attestante il possesso dei requisiti per l’ammissione al voto per corrispondenza.  La dichiarazione va resa ai sensi degli articoli 46 e 47 del decreto del presidente della Repubblica del 28 dicembre 2000, n. 445 (testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa), dichiarandosi consapevoli delle conseguenze penali in caso di dichiarazioni mendaci (art. 76 del citato Dpr 445/2000).

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