Parcheggione, convenzione capestro

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San Marino. A volte ritornano. Come la convenzione del Parcheggione. Si sa da sempre che è stata fatta coi piedi, perché lo Stato è soccombente da ogni punto di vista. Eppure è sempre rimasta lì, congelata come le temperature di questi giorni.

La storia risale ai “ruggenti anni ‘90” quando tutto era possibile e tutto era fattibile, fuori da ogni controllo. C’era Camillo De Benedetti all’origine del progetto. Finita la costruzione, affidata a suo tempo alla ditta Rosso di Torino, la gestione è passata alla Sinpar, che ottenne anche la gestione di tutti i parcheggi a raso del centro storico. Non si sa in cambio di cosa. Oggi il problema torna in evidenza a seguito della sentenza del giudice Felici, per il caso Locatelli, il dipendente infedele. E qui di nuovo emerge che la convenzione fis­sa un minimo garantito annuo da parte dell’Eccellentissima Camera a Sinpar in €1.860.000. E non risulta, annota il giudice, che dalla gestione tipica del parcheggio multipiano la società abbia mai ottenuto “incassi annui complessivi” superiori al minimo garantito.

Ma la domanda è: perché lo Stato si è impegnato un cifra così consistente e per così tanto tempo?

Si era provato in passato a cambiare qualcosa, ma le penali previste per la recessione dal contratto erano talmente onerose, che si è preferito lasciare tutto com’era.

La truffa e la beffa.

Adesso interviene la coalizione di governo che, in una nota, ripercorre i tratti di questa storia e annuncia una soluzione definitiva. Speriamo non solo per questa convenzione, ma anche per altre.

“Quanto emerso dalla sentenza sulla vicenda della truffa del Parcheggione – scrive adesso.sm – è sconcertante, seppur ampiamente prevedibile, anzi previsto.

Il fulcro della riflessione del Giudice Gilberto Felici, ampiamente riassunta su l’Informazione di San Marino del 9 gennaio scorso, è la vera e propria convenzione capestro ancora attiva fra Sinpar e Stato in merito alla realizzazione e gestione del P9.

Una convenzione che ha già fatto uscire dalle casse dello Stato qualcosa come 54.000.000 € e obbligherà la collettività – per altri 14 anni – a versare alla società Sinpar (ex ditta Rosso) un minimo garantito oggi stabilito in 1.600.000 €, rispetto agli originali 1.860.000 €.

Quello che si è verificato, oggetto della sentenza, è esattamente quello che in tanti nel Paese e all’interno della nostra coalizione avevano denunciato nel corso degli anni.

Sarebbe ormai chiaro, infatti, come le anomalie nei documenti amministrativi non siano mai state rilevate dalla società gestore a causa di scelte manageriali molto discutibili, carenze di controlli e gestione non attenta rispetto alla riduzione degli sprechi e delle inefficienze, essendo comunque assicurato un successo economico garantito dallo Stato grazie ad un minimo garantito spropositato e mai raggiunto dagli introiti aziendali nel corso dei decenni.

Per questo la sentenza invita, in maniera neppure troppo velata, a modificare la convenzione troppo penalizzante per lo Stato e addirittura ad attuare una “dovuta compensazione” per il periodo in cui la truffa è stata posta in essere dal dipendente.

Questa situazione non può finire nel dimenticatoio. Lo Stato di San Marino ha già erogato alla società Sinpar una cifra che avrebbe permesso allo Stato di costruire lo stesso parcheggio almeno tre volte.

Non è pensabile continuare ad elargire soldi pubblici per darli ad una società che non ha alcun rischio d’impresa. Il governo e la maggioranza di Adesso.sm, visti anche gli ultimi atti processuali, avvierà con maggiore decisione un tavolo di trattativa con l’obiettivo di chiudere questa scandalosa vicenda, riesaminando la convenzione in favore della collettività proponendo, in sinergia con l’Avvocatura dello Stato, correttivi ad accordi e controlli.”

 

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