Tutti i numeri e tutti dubbi sul bilancio Carisp

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San Marino. Dal sito di RTV ricaviamo le cifre del passivo di Carisp: ammonta a 534.245.574 euro la perdita di esercizio per il 2016, cifra enorme se rapportata al deficit registrato al 31 dicembre 2015 pari a 21.207.294. Dal conto economico salta all’occhio, inoltre, la mole riferita alla svalutazione totale dei crediti deteriorati, richiamata alla voce “Rettifiche di valore su crediti e accantonamenti per garanzie e impegni”: un totale Npl per quasi 500 milioni di euro (- 499.580.358), contro una passività di appena 8.990.171 sull’anno precedente. Da un’analisi minuziosa delle diverse tipologie di movimentazione dell’esercizio, emergono i dati scorporati della svalutazione dei crediti: poco meno di 24 milioni l’ammontare delle sofferenze (23.757.017); 9.353.150 euro di incagli; ma la cifra più considerevole che si registra è di 451.186.392 euro per rettifiche di valore, di cui la parte più consistente vale a dire quasi 416 milioni (415.721.025) sono relativi – si legge nel documento – ai crediti riguardanti l’Accordo Delta; mentre circa 22 milioni (22.662.315) si riferiscono ai crediti collegati indirettamente alla ristrutturazione del Gruppo Delta.

Ma per chi non è molto addentro alle questioni finanziarie, qualcosa non quadra. Fino a poco tempo fa, si era detto che la voragine Delta sarebbe stata recuperata anno per anno, fino al 2020, fino a 2 miliardi di euro. La metà dei quattro miliardi spariti in quella avventata operazione. Sempre meglio di niente. Si sapeva che il bilancio Carisp ne avrebbe beneficiato, tanto da tornare attivo molto prima del 2020.

Adesso si scopre che tutto questo non è vero. Che la banca di sistema, appena diventata banca di Stato ha una perdita di oltre mezzo miliardo. Chi ha raccontato bugie: l’ex presidente Tito Masi, o il nuovo Cda e il suo presidente Romito?

Siamo sicuri che questa sia la verità su Carisp, o si sta giocando un’altra partita sui famosi NPL?

E poi inquietano le dichiarazioni del Segretario di Stato alle Finanze, che ancora una volta assicura tutti circa la garanzia dello Stato. Ma lo Stato non ha soldi: con cosa garantisce? Dove va a trovare le risorse per sostenere patrimonio e liquidità?

Già coi decreti 78 / 80 / 87 ratificati nell’ultimo Consiglio, si è indebitato per circa 350 milioni. E ancora non è stata formalizzata l’operazione Asset, che sicuramente non porterà crediti in Carisp, ma solo debiti.

Non è da sottovalutare neppure l’immagine che deriva al Paese da queste operazioni verità. Chi si potrà più fidare di un “sistema Stato” che gestisce le banche in questa maniera?

Infine, gli interrogativi che solleva Alessandro Rossi sul suo profilo Fb. “La svalutazione o rivalutazione dei crediti Delta – scrive Rossi – è un processo altamente discrezionale e dietro a questo processo lo sappiamo cosa si può nascondere. Cosa dobbiamo pensare di un’operazione in titoli fra BCSM e una Banca del sistema, dove BCSM ha acquistato un titolo contro liquidità di questa banca? Di chi era quel titolo? Ha qualche legame con chi ha fatto e sta facendo le scelte di sistema?”

Dietro ai punti interrogativi si nascondono informazioni di cui non si sa nulla di ufficiale e che, se vogliamo, ingarbugliano ulteriormente la matassa.

Il sentimento comune, in prima battuta, è che ci sia stata in passato una insana gestione, e ora un’imponente svalutazione.

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