Banche: le analisi e i consigli del professor Gianfranco Vento

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San Marino. Ha un modo di parlare pacato, preciso, competente. Come quando fa lezione ai suoi studenti universitari di Roma o di Londra. Il professor Gianfranco Vento torna a parlare in pubblico, a distanza di un anno dalla sua nomina nel cda di Cassa di Risparmio. La candidatura avanzata da DIM per conto di tutte le opposizioni. Ci sono i rappresentanti di Rete e MDSI, mercoledì sera, a Palazzo Graziani per una serata pubblica dedicata al tema: “Banche: ieri, oggi e domani”. C’è anche un focus molto preciso sulla cessione dei crediti Delta, che è stata deliberata dalla commissione finanze e non dal cda di Cassa. Questo potrebbe avere risvolti giurisdizionali, precisano gli esponenti politici, come si evince dall’ordinanza del tribunale. Tra l’altro, nelle sette relazioni prodotte per questo obiettivo, ci sono pareri molto discordanti. È stato scelto quello peggiore.

Gianfranco Vento parla da tecnico e spiega che la chiusura della cessione avrebbe dovuto essere negoziata con un’assunzione di ruolo da parte di Banca Centrale e del governo. Cosa che non è successa. In alternativa, quei crediti avrebbero potuto essere valorizzati internamente con una serie di vantaggi in termini di impatto occupazionale, di sviluppo di expertise e conoscenze, di riposizionamento strategico. Scorrono le slide con tutti i numeri di questa operazione, che avrebbe potuto essere evitata e che alla fine porterà in Cassa di Risparmio “solo 5 milioni” di liquidità.

Oggi, tutte le banche hanno performance non soddisfacenti per assenza di sistemi di rating, cioè di controllo, con un’erogazione del credito ancora molto discrezionale. Il consolidamento del sistema passa attraverso scelte dolorose perché ci sono troppe banche e troppi sportelli. Questo porta all’argomento fusioni. Vento non è ideologicamente contrario, purché le aggregazioni avvengano secondo criteri di scala e di scopo, con piani realistici. Invece, la letteratura è piena di fusioni fatte per altri scopi. E questo è un rischio.

Ancora: i bilanci delle banche non sono compatibili perché alcune sono passate attraverso l’AQR, altre no. “Non c’è nessuna logica economica – chiosa il professor Vento – a sostenere il fatto che il bilancio pubblico debba continuare ad aiutare le banche.”

Cosa si dovrebbe fare. Innanzi tutto agire sulle masse intermediate per frenare il calo della raccolta e rendere le banche più competitive. Oggi non lo sono neanche rispetto all’Italia. Poi bisogna fare delle scelte di politica economica, perché se non c’è sviluppo, non ripartono neanche le banche. Il che non è facile perché l’economia sammarinese non ha una massa critica e non ha una sua moneta. La fiscalità potrebbe essere una leva importante, anche con progetti di settore. È chiaro comunque che i risultati non sono mai immediati.

Sarebbe conveniente far fallire Cassa di Risparmio, vista la situazione? Le banche non possono fallire, spiega Vento, perché ci sono processi di salvataggio a tutela della clientela. Le crisi vanno gestite, chiude, ma non possono durare 10 anni.

 

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