Vicenda SMI: risparmiatori traditi dalla banca e dallo Stato

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San Marino. Probabilmente molti ricordano la vicenda SMI, che nel 2007 finì al centro di vicende giudiziarie, sia in Italia, sia a San Marino. La San Marino Investimenti (SMI), prima società finanziaria del Titano, ricollegabile al conte Enrico Maria Pasquini, finì in liquidazione coatta amministrativa e in storie che si sono perse nei tribunali.

Nel marzo 2018, Pasquini fu condannato in appello a 1 anno e 6 mesi per la classificazione come crediti ad incaglio di finanziamenti erogati a favore di società estere. La SMI era al centro delle indagini per riciclaggio della Procura di Roma su un’organizzazione, accusata di ripulire denaro sporco, che transitava attraverso paradisi fiscali off shore e approdava a San Marino. Sul Titano era arrivata una complessa richiesta di rogatoria all’Autorità giudiziaria che si è tradotta in 1.452 notifiche di sequestro di documentazione bancaria. 1.452 nomi ripresi e pubblicati da tutti i quotidiani nazionali. Proprio per questi la Corte europea dei diritti dell’uomo ha condannato San Marino per violazione del diritto alla vita privata. Anche i documenti bancari, in quanto dati personali, ha stabilito la Corte, rientrano nella nozione di vita privata.

In questo complicato intreccio, i risparmiatori sono rimasti i più penalizzati perché non hanno più visto i loro risparmi. Oggi tornano a far sentire la loro voce con una lettera pubblica.

Negli ultimi anni, il sistema bancario ha vissuto tante traversie ed ancora le sta vivendo, così come descrivono le cronache degli ultimi tempi. Diverse banche hanno subito procedure di amministrazione straordinaria e di liquidazione coatta amministrativa. Nessuno dei clienti delle banche ha però, fino ad oggi, perso nulla. Il “sistema” ha voluto tenere indenni i risparmiatori delle banche, dalle loro crisi. Con provvedimenti di supporto, lo Stato ha permesso di raggiungere questo risultato. Il clamore e gli interessi che si coagulano all’interno del mondo bancario lo hanno richiesto, se non imposto.Invece, per qualcuno non è stato così.

I risparmiatori fiducianti coinvolti nella vicenda SMI (San Marino Investimenti S.p.a.), prima e storica società finanziaria e fiduciaria del conte E.M. Pasquini, non hanno subito lo stesso trattamento. Ricordiamo: parliamo di risparmiatori e non di investitori o speculatori o di soggetti finanziari.

I denari raccolti, sotto forma di conti correnti di deposito, sono stati depositati in gran parte presso banche estere (all’insaputa dei risparmiatori) e, attraverso operazioni finanziarie internazionali, distratti dalla società finanziaria che, giova ricordarlo, era ed è un soggetto vigilato da Banca Centrale.

Il risparmio è stato tradito, ma nessuno se ne è preoccupato, contrariamente a quanto previsto e stabilito dalle leggi costituzionali in materia ovvero “…la tutela del risparmio in ogni sua forma…”.

Nessuna efficace azione di recupero è andata a buon fine, tanto che nulla è stato ad oggi restituito ai risparmiatori, neppure una ripartizione parziale delle somme già depositate presso un istituto bancario sammarinese è stata posta in essere dopo oltre sei anni e mezzo dall’inizio della liquidazione coatta amministrativa della società.

Costoro sono stati lasciati languire nella loro disperazione: per la maggior parte di questi erano tutti i risparmi di una vita di lavoro e sacrifici. Una coltre di silenzio è calata su di loro ed una coltre di nebbia è calata sul destino dei loro risparmi.

Dopo anni di pazienza e richieste inevase, alcuni di questi risparmiatori si sono uniti ed hanno cercato di muoversi da soli per tutelarsi autonomamente. A loro spese sono state avviate azioni legali sia in Italia (costituzione di parte civile nel processo penale radicato presso il tribunale di Padova), che a San Marino e proprio sulla denuncia penale depositata presso il Tribunale sammarinese, a distanza di oltre due anni, ad oggi non è dato sapere alcunché.

In tale contesto, ogni speranza di potere continuare ad agire da soli, a proprie spese, per recuperare queste somme nei confronti di chi le ha sottratte è vanificata.

Un muro di gomma, dunque, è stato posto per frenare e/o vanificare questa loro iniziativa individuale.

Soli, abbandonati, ostacolati e con tutte le spese legali a proprio carico: questa è la sorte dei risparmiatori “traditi” da SMI e dal conte Pasquini.

Le oltre quaranta famiglie di risparmiatori coinvolte non si arrenderanno e faranno tutto quanto possibile per avere ragione dei loro diritti come del resto hanno fatto sino ad oggi. Questo è solo il primo passo di altri che ne seguiranno, ricorrendo se necessario ad organismi ed istituzioni internazionali, tra i quali la Corte dei Diritti dell’uomo di Strasburgo.

 

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