Shock liquidità per le casse dello Stato

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I soldi non ci sono più. Il Segretario alle Finanze Simone Celli non usa mezzi termini di fronte alla sala Montelupo gremita di pubblico. Gente in piedi ad ascoltare il rosario di segni rossi che contraddistinguono le varie voci del bilancio e a guardare costernata le slide che scorrono sullo schermo con tutti i numeri del deficit.

Ma la voce più preoccupante è quella dei flussi di cassa. Che sono in caduta libera. Il raffronto con l’anno scorso, che già non era roseo, è implacabile: gennaio 2016, 37 milioni, febbraio 46, marzo 59, aprile 53, maggio 57. Gennaio 2017, 24 milioni, febbraio 24, marzo 27, aprile 23, maggio 19, giugno poco più di 8 milioni.

Considerati i circa 7 milioni di scadenze che ci sono in quel mese, rimane un milione o poco più. Parola di Simone Celli.

Evidentemente, da febbraio in poi si tratta solo di proiezioni. Che però fanno emergere un problema di liquidità forse ancora più grave di quanto la gente, ma anche molti politici presenti in sala, si aspettassero.

Servono circa 12 milioni al mese per garantire la copertura della spesa corrente.

Che fare?

Il governo è già all’opera, ha assicurato il Segretario Celli, sia per risolvere gli squilibri strutturali del bilancio (una spesa corrente che assorbe il 95 / 96 per cento del bilancio è una problema strutturale), sia per reperire le risorse   necessarie a garantire l’andamento dello Stato. Non è molto esplicito su questo aspetto, ma par di capire che il governo si muoverà sul percorso di qualche finanziamento estero.

Ma di tutto questo si parlerà nel Consiglio Grande e Generale della settimana prossima, con cui la maggioranza vuole condividere il frutto della ricognizione sui conti pubblici, appena fatta.

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