Quattro antenne nello skyline di San Marino

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La relazione del Segretario Zafferani accende l’Aula del Consiglio Grande e Generale. Il dibattito è prevalentemente tecnico, data la natura dell’argomento. Si parla di onde elettromagnetiche, di giga, di impatto ambientale. Ma soprattutto di telefonini che non vanno e di una velocità internet 0.0

San Marino medievale, rispetto al passo di marcia degli altri Paesi.

Ma si parla anche monopolio Telecom, da sempre incrollabile. Un fatto che, per molti è di grande freno allo sviluppo. Un mercato non competitivo oltre che arretrato. Lo Stato incassa il 4,5 per cento del canone su introiti netti generati e 15.000 euro a sito radio base. Insomma, le tasse di concessione non portano granché.

Il Segretario Zafferani scorre trenta e più pagine di numeri, dati, rilevazioni, percentuali. Tanto che Stefano Canti (DC) sottolinea che più che un progetto elaborato dal Governo, la relazione sembra un documento scritto da una compagnia telefonica. Pensare che si debba dipendere dalle scelte di un operatore privato non sammarinese – sostiene il suo partito – equivale ad un commissariamento delle Telecomunicazioni e delle reti in fibra.

Mancano indirizzi politici – fa notare Iro Belluzzi – e non piace la scelta di non privilegiare soluzioni diverse dal traliccio.

Già i tralicci, o le antenne, strutture alte fino a 40 metri, più del doppio dei pali della luce. Un impatto devastante dal punto di vista paesaggistico. Una di queste già prevista nei pressi del Casale La Fiorina. C’è chi sostiene che sono molto meglio delle microcelle, molto più costose, e che sono assolutamente necessarie perché i telefonini che non funzionano sviluppano percentuali di elettromagnetismo molto più alte e pericolose.

C’è invece chi sostiene che ci possono essere altre soluzioni, più all’avanguardia, efficienti e remunerative.

Ma le antenne verranno issate. Ci sono delibere già approvate dal precedente Esecutivo. Anche se l’ipotesi gestionale definitiva non è stata ancora adottata.

Riguardo alla fibra ottica, che dovrebbe far fare il salto di qualità alla connessione internet, mancano i dati dell’AAS. Si parla di una certa opacità. La prossima settimana il Congresso incontrerà il nuovo cda per dare gli indirizzi politici.

Tra un intervento e l’altro, vengono presentati ben ordini del giorno. Il primo ha la firma del Psd. Chiede infrastrutture pubbliche, l’apertura del mercato a più concorrenti e la creazione di un’autorità delle Tlc. Il secondo è di Democrazia in Movimento. Chiede che l’AASS completi la rete in fibra ottica entro il 2018, lavori ad uno studio di fattibilità per la telefonia mobile, che gli apparati rimangano di proprietà statale, che venga superato ogni monopolio privato. Infine, quello della DC, perché si prosegua nella posa della fibra ottica; si istituisca l’Autorità delle telecomunicazioni e perché entro aprile il Congresso presenti un progetto di legge definendo il numero degli operatori.

A conclusione arriva quello della maggioranza, che impegna il Governo a procede nella realizzazione delle 4 stazioni già autorizzate; a concedere il 4G in fase provvisoria; a chiedere all’Azienda di presentare entro aprile una relazione sui costi sostenuti e su quelli in prospettiva riguardo alla fibra ottica. Il Governo dovrà aprire il confronto con i concessionari e presentare un progetto per ammodernare le leggi prevedendo l’istituzione di un soggetto neutrale regolatore per le TLC. Insomma, forse si andrà verso il superamento del monopolio. Gli ordini del giorno delle opposizione vengono tutti bocciati. Passa quello della maggioranza.

 

 

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