Cani randagi, l’APAS ne adotta 33 in un anno

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San Marino. L’Associazione sammarinese protezione animali (APAS) ha presentato il report annuale sui dati del Rifugio Apas e sul fenomeno del randagismo nella Repubblica.“Raccogliendo i dati anno dopo anno e mettendoli a confronto – spiega il presidente di Apas, Emanuela Stolfi –  diventa possibile acquisire chiavi di lettura utili a comprendere le dinamiche individuali e sociali che influenzano il rapporto dell’uomo con i più comuni animali di affezione e che determinano nel tempo variazioni sensibili sui flussi di ingresso e uscita degli animali nelle strutture di accoglienza”. Gli animali presenti al Rifugio Apas, alla data del 31 dicembre 2018, sono così suddivisi: in termini percentuali i gatti rappresentano il 57,1% del totale, seguono i cani con il 38,9%, un cavallo. Da segnalare che il cavallo, pur gestito dall’Apas, è stallato in una fattoria fuori territorio, dove nella stagione estiva può pascolare liberamente. Un focus particolare è sempre acceso sul randagismo, il cui monitoraggio ventennale rivela una costante diminuzione. Il massimo storico delle presenze in canile  si è registrato nel 2003 con 174 presenze (ma consultando gli archivi dell’Associazione risulta un dato ancora più alto nel lontano 1997). Tuttavia, a fronte di questa positiva dinamica, dal 2013 in avanti si registra però un aumento costante degli arrivi in canile. Tale fenomeno è causato soprattutto dai cani vaganti di proprietà, a causa di una custodia non corretta, disattenta e non corrispondente alle norme di legge, che prevedono che il cane venga condotto fuori dalla proprietà privata al guinzaglio e che eventualmente possa circolare libero solo in apposite aree dedicate. A ciò si aggiunge un numero elevato di cani che scappano dai recinti causa di strutture di contenimento non adeguate, della disattenzione del proprietario o detentore e per la paura dovuta a scoppi, botti e petardi.

Contestualmente alla linea dei cani arrivati, sale con la stessa dinamica quella dei cani riconsegnati, questo perché l’applicazione del microchip, obbligatoria per legge, permette l’immediata restituzione del cane al proprietario.

Gli affidamenti sono in costante diminuzione ma per il momento si mantengono ancora poco al di sotto della quantità di cani che arrivano al Rifugio Apas, come randagi e per rinuncia di proprietà. Se a questa dinamica si aggiunge la fisiologica mortalità dei cani ospitati, la presenza media dei cani al Rifugio Apas, dopo una progressiva diminuzione, tenderà probabilmente nel medio periodo ad assestarsi intorno alle 40/60 unità. Un numero quindi accettabile, per poter assicurare una corretta custodia, secondo le norme di benessere psicofisico, per quanto riferite alla vita in canile.

STERILIZZAZIONI – Rimane strategico il progetto “+ sterilizzazioni – abbandoni”, realizzato in collaborazione con il Servizio veterinario di Stato, che ha preso vita nel 2001. In 17 anni, grazie a questa soluzione sono stati sterilizzati 340 cani femmina. Il contributo economico è erogato per i 2/3 dall’Iss e per 1/3 dall’Apas.

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