Un pomeriggio di caccia all’arte – di Francesco Chiari

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Titolo “Aladino” (David Bowie) – Marco Lodola

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Al piano terra del Centro Fiorina abbiamo stanato Marco Lodola e il Nuovo Futurismo oltre ad una nuova interessante artista Vio, reduce dalla Rome Art Week

Un pomeriggio di due settimane fa ricevetti un messaggio di un caro amico, professore all’Accademia di Brera che mi chiedeva informazioni sulla mostra dedicata al Nuovo Futurismo in Repubblica di San Marino.
Buio totale…sensazione non esattamente confortante per chi come me fa dell’arte e della sua fruizione una chiave di socialità ed empatia.
Mi presi qualche ora per rispondere…interpellando nel contempo altri amici, operatori culturali in repubblica.
Dopo lunghe indagini, chiamate e contro messaggi, EUREKA! La caccia aveva fornito la sua preda.
Comprenderete la parodia gergale riferita all’arte venatoria perché le iniziative private a San Marino relative alle arti visive e performative vanno davvero stanate col segugio da allodole, anche se noi abbiamo trovato Lodola…Marco Lodola, importante artista italiano che all’inizio degli anni ’80 e insieme ad altri artisti che si riuniscono intorno alla Galleria di Luciano Inga Pin a Milano, dà vita al movimento artistico che prende il nome di Nuovo Futurismo, di cui Renato Barilli è il principale teorico. Questa nuova corrente artistica ha come ispirazione e ripropone l’avanguardia storica del Futurismo basandosi sul concetto dell’esaltazione della modernità, rielaborandola in nuovi canoni e con grande spinta verso le nuove forme d’arte quali cinema, musica rock-pop, design e fumettistica con una particolare predilezione per i cartoons manga dei primi anni ’80.
Lodola infatti si avvicina presto all’uso di materiali plastici che sagoma e colora con una tecnica personale attraverso l’uso di tinte acriliche. Più tardi la ricerca lo porta a cercare di inserire fisicamente la luce nei suoi lavori: nascono le sculture luminose, statue in policarbonato illuminate internamente con luce al neon, che caratterizzeranno tutta la sua produzione artistica.
Iconiche le sue sculture dedicate alla Vespa e alle pin up ma anche a temi contemporanei per Lodola e che definirei già moderni per i millennials, quali personaggi manga e rock-pop, strizzando l’occhio, sempre a mio modesto parere, alla pop art.
Non mi dilungo sulle tante nazioni nelle quali Lodola ha esposto dagli anni 80 ad oggi, dalle diverse partecipazioni alle Biennali d’arte di Venezia e alla Triennale di Milano, nonché le numerosissime collaborazioni teatrali e televisive, le quali cose tutte insieme segnano il passaggio di un grande artista italiano ancora in transito.
Tutto ciò espresso in una notevole quantità di opere visibili fino al 23 Gennaio presso gli spazi di Motorworks San Marino al Centro Fiorina con la curatela artistica de La Maison de la Petite Sara, galleria d’arte sammarinese con sede a Dogana la quale, come succede in queste occasioni, ha deciso di affiancare ad un artista affermato come Lodola la giovane pittrice astrattista Vio, reduce dalla recente Rome Art Week (RAW).
Una joint venture quella tra la galleria ed il concessionario auto che ci piace e che è di per sé (neo) futurista in quanto ad iniziativa imprenditoriale privata che va verso il riempimento di un vuoto che a San Marino certamente esiste, sia a livello fisico, con i tanti luoghi e spazi inutilizzati, basta percorrere il primo chilometro di superstrada dopo il confine da Dogana a Ponte Mellini per rendersene conto, sia a livello metafisico, cioè in grado di accogliere le anime di sammarinesi e visitatori in spazi temporanei ma accoglienti, in continua mutazione proprio come la società che li frequenta, traendo ispirazione e al contempo cedendo energia in uno scambio mutevole che alimenti il nostro genius loci.
La storia di Petite Sara e della sua Maison è uno di quei case history non nuovi a San Marino di famiglie imprenditoriali che si innamorano dei nostri luoghi e della nostra qualità di vita ma che ancora il nostro sistema paese fatica a vedere e a valorizzare.
Una storia trentennale, quella della galleria, che nasce in Piemonte con l’antiquariato, l’arte antica e gli oggetti da collezionismo per poi allargarsi alle arti visive. Negli ultimi anni il mercato on line diventa sempre più importante e la Maison de la Petite Sara apre a San Marino nel 2015, stabilmente, con il trasferimento tout court sia del magazzino fisico della galleria che delle persone che compongono lo staff, in primis Sara, giovanissima, classe 1999 che a San Marino frequenterà anche il corso di ingegneria gestionale e che ci accoglie presso la mostra facendoci da guida ed esprimendoci la sua passione endemica per l’arte che evidentemente respira sin dal primo vagito.
In bocca al lupo Petite Sara, a te e alla tua Maison per un futuro radioso che dall’ Antica Terra delle Libertà parli d’arte a tutto il mondo.
Tribunapoliticaweb continuerà dalle sue pagine con le battute di caccia grossa all’arte in tutte le sue espressioni ed in ogni angolo della Repubblica di San Marino.

di Francesco Chiari