Incontri internazionali d’arte: IO SONO LIQUIDO SALE

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San Marino. Nelle stanze di Palazzo Giangi, presso Locus Solus, a San Marino Città, in occasione dello SMIAF project – Festival dei Giovani Saperi, si terrà il quarto appuntamento con gli Incontri Internazionali d’Arte promossi da Luca Morganti e Gilberto Giovagnoli, secondo la formula di una contaminazione tra linguaggi espressivi diversi, in particolare tra poesia e arte figurativa.

In questa occasione il dialogo s’instaura tra la scrittura poetica di Rosita Copioli e l’opera visiva di Vittorio D’Augusta. La lettura inizierà verso le ore 19.00 di venerdì 4 agosto.

Rosita Copioli è nata a Riccione e vive a Rimini. Ha pubblicato libri di prosa e saggi (tra cui I giardini dei popoli sotto le onde, Guanda 1991; Il fuoco dell’Eden, Tema celeste 1992; La previsione dei sogni, Medusa 2002; Il nostro sistema solare, Medusa 2013), drammi, testi storici e le seguenti raccolte di poesia: Splendida lumina solis, Forum 1979; Furore delle rose, Guanda 1989; Elena, Guanda 1996; Odyssée au miroir de Saint-Nazaire, Maison des écrivains 1996; Il postino fedele, Mondadori 2008; Animali e stelle, La stampa 2010; Le acque della mente, Mondadori 2016.

Ha fondato e diretto la rivista «L’altro versante» (1979-1989). Ha curato e tradotto Yeats (Il crepuscolo celtico, Theoria 1987, SE 2001; Anima MundiSaggi sul mito e sulla letteratura, Guanda 1988, 1998; La rosa segreta. Tutti i racconti, Guanda 1995; L’artificio dell’eternitàSaggi sull’arte, Medusa 2015), Saffo (Più oro dell’oro, Medusa 2006), e curato opere di Leopardi (Discorso di un italiano intorno alla poesia romantica, Rizzoli 1998), Goethe (Gli anni di viaggio di Wilhelm Meister, Medusa 2005), Flaubert (La prima Madame Bovary, Medusa 2007). Di prossima pubblicazione un libro su Boiardo e un altro su Fellini (su cui ha scritto saggi, curato opere, una mostra con video, e pubblicazioni). Editorialista di «Tema celeste» negli anni Novanta, ha collaborato con artisti, tra cui Domenico Bianchi.

Vittorio D’Augusta, nato a Fiume nel 1937, riminese d’adozione. “Sono nato in una città di mare e di confine che, in meno di un secolo, è stata asburgica, dannunziana, italiana, jugoslava e croata” racconta. “Credo che la fluidità fisica dell’acqua e quella simbolica di una incerta identità vissuta come privilegio e non come perdita, abbiano avuto qualche influenza sulla mia pittura”.

Partecipa negli anni Settanta ai movimenti europei della concettualità analitica. Tale esperienza si riflette nel 1975 in Empirica, al Museo Castelvecchio, e poi in Astratta, Secessioni astratte in Italia dal dopoguerra al 1990, presso Palazzo Forti, a Verona, a cura di Filiberto Menna. Nel 1978 realizza una personale a Firenze sul concetto di “soglia di definibilità della pittura”, a cura di Accame. Crea installazioni ambientali, esponendo in diverse sedi, fra cui la Loggetta Lombardesca di Ravenna, in Le designazioni del senso, Palazzo dei Diamanti, Ferrara e a Parigi, a La Villette, in Frequences lumineuses. Fa parte del gruppo dei Nuovi-Nuovi teorizzato da Renato Barilli, che lo invita a Pittura/Ambiente, Milano, Palazzo Reale, 1979. Claudio Spadoni lo invita alla Quadriennale, Roma, 1999. L’artista concepisce la pratica pittorica anche come possibile “dirottamento e sorpresa”: «come nei viaggi di avventura, mi aspetto che qualcosa di imprevedibile accada dentro la pittura. E spesso accade».

Ha esposto a Vienna, Milano, Firenze, Amburgo, Francoforte, Monaco, Berlino, Colonia, Costanza, Valencia, Alessandria, Rimini, Cervia.

Nel 1994 la GAM di Bologna gli ha dedicato una vasta personale.

Il legame con Ravenna, città in cui D’Augusta ha operato a lungo come docente nonché direttore dell’Accademia di Belle Arti, si consolida nel 2008 con il riconoscimento attribuitogli dalla critica al Premio Marina di Ravenna.

 

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